8° Las Vegas
Prima tappa un chiosco dove poter bere un caffè, ed era davvero buono, strano ma vero. Subito dopo Robin si informò per il taxi ma decidemmo di prendere la limousine. Il costo diviso in quattro non ero molto ma l’emozione di arrivare in hotel su questa auto era tanta.
Ricordo che al momento di salire sulla limousine, si avvicinò un uomo, prima aveva messo i bagagli in auto, e mi chiese se potevo vendergli la mia sedia a rotelle, sua moglie era in carrozzina e voleva portarle a casa la mia. Mi chiese più di una volta quanti soldi volessi, spiegai che non potevo venderla perché quelle ruote erano le mie gambe. La mia sedia a rotelle lilla aveva fatto conquiste. L’america è all’avanguardia in tutto e ancor’oggi mi sembra strano quell’episodio. Ma forse, come spesso succede ho trovato il pazzo di turno, sembra che abbia una corsia preferenziale che attira queste persone. Ovunque vada qualche persona strana si avvicina.
Dopo pochi minuti dal finestrino della limousine vidi il mega cartellone che pubblicizzava i concerti di Olivia. Wow era bellissimo!
Cinque minuti su questa stupenda auto, non ci sembrava vero. A Graziella indicai il minibar e la tv,i rivestimenti erano in pelle e in radica. Tutto come un sogno, tutto come un film.
Arrivammo davanti all’hotel, ci aprirono le porte e scendemmo.
Lo stupore nell’entrare in Hotel fu’ immenso, con la Tour Eiffel all’esterno. Il Paris Hotel riproduce una parte di Parigi, i bistrot, le vie….era incredibile sembrava di stare nella capitale francese. Andammo alla reception a prendere le chiavi per salire in camera.
Arrivati al settimo piano, davanti alle nostre camera, salutammo Robin, rimanendo d’accordo di sentirci la mattina dopo per la colazione.
La camera era davvero bella, anch’essa in stile francese, Antonella accese la televisione et voilà comparve la pubblicità del concerto di Olivia. Il video e la canzone erano “Precious love”. Non l’avevo mai vista così tante volte in tv. Decidemmo come prima cosa da fare, una bella doccia per rinfrescarci e poi un’uscita notturna. Graziella era preoccupata per me, avevo le gambe gonfie, erano il triplo del normale.
Dopo la doccia ci sdraiammo per cinque minuti, non riuscivo a stare a letto, volevo assaporare ogni secondo di questo viaggio.
Dopo venti minuti eravamo nella hall dell’Hotel.
Uscimmo dal Paris hotel e proprio davanti c’era un mega schermo con il suo bel faccione, era la pubblicità dei concerti, wow che emozione, non è possibile sembra un film, ma è realtà. Decidiamo di andare a vedere il Caesars Hotel, e per la via vedo nuovamente la madonna in quei mega video. Ancora stupore ancora gioia, ricordo che dissi “Mamma mia non l’ho mai vista così in grande”.
Il tempo non passava, in quei momenti avrei voluto che le lancette dell’orologio segnassero le 20 del giorno dopo, l’ora del concerto. Proseguimmo la passeggiata fino all’hotel Bellaggio, con le sue stupende fontane che regalano stupendi effetti con i giochi d’acqua. Dopo passammo al Caesars, da non credere, hanno riprodotto l’antica Roma. La stanchezza iniziò a farsi sentire, erano quasi le 3 di notte, decidemmo di ritornare al nostro hotel. Crollai a letto, erano circa le 3.30, l’emozione cancellava la stanchezza, se fosse stato possibile vedere Olivia in quel momento ci sarei andata. Anche se il viaggio è stato duro, nulla m’avrebbe fermato. Non dormii molto, forse un paio d’ore, Alle 7 ero bella vispa, pronta per iniziare una giornata stupenda. Chiamai le ragazze e cominciammo a prepararci. Robin ci chiamò per sapere l’orario dell’appuntamento per la colazione. Alle 8 uscimmo dalla stanza e chiamammo l’uomo del gruppo, ehehe, decidemmo per una mega colazione. Dire mega è poco, c’era veramente di tutto. Io volevo far presto per poter visitare un po’ la città, anche se sarei rimasta davanti all’hotel ad aspettare la madonna. Le ore non passavano mai, nemmeno quando guardavo i possibili pelouche da regalare ad Olivia. Per fortuna tra un negozio e l’altro era arrivato il pomeriggio, con Robin eravamo d’accordo di trovarci dietro all’hotel, secondo lui quello era il luogo dove Olivia sarebbe arrivata con il pullman della band. Antonella non era dello stesso parere e dopo un’ ora di attesa inutile ritornammo in hotel.
Io e Robin volevamo ordinare i fiori da portare alla madonna durante il concerto. Prima di questo, con Antonella mi fermai al box office, dove vendevano i biglietti per i concerti. Antonella era molto stressata e arrabbiata perché ci teneva moltissimo che io incontrassi Olivia. I suoi genitori quando è partita per venire da me, le dissero ”Fai il possibile per far incontrare Olivia a Mariateresa”. Mi sentii un po’ in colpa, perché passò veramente dei brutti momenti di arrabbiature. Nel box office parò con il direttore, spiegò la mia situazione, spiegandogli che sono partita dall’Italia per vederla, ma questa persona rispondeva in continuazione che Olivia non voleva incontrare nessuno, nessuna eccezione. Sentire quelle parole fu’ una doccia gelida per me e per Antonella una ulteriore arrabbiatura. Salimmo in camera, trovammo i bouquet di rose che nel pomeriggio io e Robin avevamo ordinato per telefono. Io avevo scelto le rose bianche, Robin le rose gialle. Forse non le rose preferite di Olivia, infatti Antonella molto garbatamente ci disse: certo che siete due scemi, a lei piacciono le rose rosse. La mia risposta: “Vabbè pazienza, a me piacciono le rose bianche, questi fiori le devono dare le mie emozioni”. Poco dopo ci raggiunse Robin e cominciammo a incollare i fogli per lo striscione che avevo preparato: la frase: OLIVIOMANI FOREVER DEVOTED.
Erano le 19, tutto era pronto, lo striscione i fiori, una sistematina al look et voilà il grande momento era arrivato.
Graziella rideva come una matta quando vide i nostri mazzi di rose. Eravamo tutti vestiti bene, potevano nascere degli equivoci, visto che a Las Vegas le persone si sposano con facilità. In un certo senso era come un matrimonio, finalmente l’avrei vista, finalmente sarei stata avvolta dalla sua voce, dal suo sorriso.